TESTIMONIANZE DAL CARCERE
Pace del Signore, mi chiamo Andrea M. , sono un giovane di Caserta, originario di Cassina. Mi trovo rinchiuso nel carcere di SMCV da 3 anni. Sono stato arrestato per un reato ancora del tutto giudicabile. Il pastore Turco mi ha chiesto di scrivere come ho conosciuto il Signore in pochi righi, lo faccio con piacere.
SONO stato invitato ad una delle riunione evangeliche che ogni lunedì si tengono nel teatro di questo carcere, Roberto un un ragazzo di Scampia Secondigliano, mio compagno di cella, mi ha aiutato in un momento molto. Quando fui portato in carcere (ambiente del tutto sconosciuto alla mia mente) entrai in una profonda crisi depressiva, era così forte che per una settimana non riuscivo nemmeno a mangiare, al punto che i psicologi del carcere voleva mandarmi ALL’O. P. G. (ospedale psichiatra giudiziario). Dopo i quattro giorni d’isolamento, fui portato nel reparto Tevere del carcere di SMCV, mi fecero entrare in una cella già occupata da un giovane, Roberto. Fui alloggiato in quella cella insieme a quel ragazzo solo per un errore di trascrizione. La mattina seguente l’assistente del posto mi disse che dovevo essere trasferito in mattinata stessa e portato in un altro reparto, sono passati due anni non sono ancora stato trasferito . Fu proprio in questa occasione che conobbi questo fratello, Roberto.
Subito mi colpi il suo buon senso e il suo altruismo, con molta facilità e franchezza dialogava, riusciva a sminuire i problemi in una maniera straordinaria. Il suo comportamento non rientrava in quello che erano i miei punti di vista riguarda i detenuti. Roberto era diverso, il suo parlare e la sua disponibilità al bene mi SORPRESE, fino al punto che incominciai a insospettirmi. Infatti iniziai a tenerlo sotto osservazione, era troppo umano (strano) il suo comportamento. L’abilità di accogliere e coinvolgere i suoi interlocutori era unica (c’era senza esagerare, il Divino in lui). Volevo capire il fine di quel modo di fare.
Questo ragazzo aveva l’abitudine di pregare prima di ogni attitudine, si svegliava e pregava, lo faceva prima di mangiare, prima di scendere per l’ora d’aria ecc. Mi inseriva nelle sue preghiere, questo mi incuriosiva ma vi confesso che mi faceva stare bene. Spesso pregava per me è mi leggeva un verso della Bibbia.
La notte non dormivo, se succedeva era brevissimo, mi svegliavo di subito perché presi da incubi. Un giorno mi disse se ero disposto a frequentare il culto evangelico. Mi fu chiesto quella cosa con molta spontaneità. Notavo che quando saliva dal culto, aveva sempre un sorriso e una forte sicurezza nell’agire e affrontare le giornate. Mi chiedevo, come è possibile che un uomo con oltre 12 da fare in carcere dopo che già ne ave fatto 4 agisse in una maniera così serena? Conoscevo anche molto bene le pessime condizione della Sua famiglia, né parlavamo spesso. La sua testimonianza il suo comportamento mi parlava di Cristo, il suo coraggio mi trasmetteva la fede. Aveva una situazione famigliare tragica, ma la sua fiducia nel Signore lo rendeva sereno.
Feci i miei calcoli e decisi di scendere al culto nel teatro. Appena entrai, scopri a mia sorpresa che erano circa una cinquantina i detenuti presenti ed erano tutti del reparto dove io alloggiavo. Il pastore Turco in quel culto lesse in Levitico 26:36
“Quanto ai superstiti fra di voi, io toglierò il coraggio dal loro cuore nel paese dei loro nemici; il rumore di una foglia agitata li metterà in fuga; fuggiranno come si fugge davanti alla spada e cadranno senza che nessuno li insegua”.
Il Pastore metteva in evidenza il disagio e le problematiche di chi non ritiene la Parola di Dio nel proprio cuore. Da allora incominciai a frequentare i Culti e giorno dopo giorno il mio cuore si attendeva nelle mani di Dio, fino a quando un semplice coro innalzato da un fratello di colore durante il culto, porto la mia anima ad arrendersi nelle mani di Dio. Il vero diceva:
“ascoltare Cristo, assomigliarlo tutti giorni io vorrei…”
Ricordo che quella preghiera cantata coinvolse il mio cuore fino a farmi calare il capo e dire in me stesso: “Signore perdonami”. Da allora Cristo Vive nel mio cuore e come a Roberto e agli altri fratelli, anche a me Cristo Gesù ha dato la forza di combattere e vincere le opposizione quotidiane che guerreggiano contro di noi. Non so preciso quando starò in carcere, ma so che Cristo sarà sempre con me e non mi abbandonerà. Amen
Carcere di SMCV
Rep. Tevere
Andrea M.
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