“E il Re, rispondendo, dirà loro: In verità vi dico che in quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me” (Matteo 23:40). Leggere tutto Matteo 25:31-46.

Quanta gente vive in condizione di miseria e precarietà? Tantissima!
Noi dobbiamo “accorgerci” di tutti coloro che potremmo aiutare, rammentandoci che la mano tesa e la richiesta d’aiuto è come se provenisse da Gesù. Dobbiamo, d’altro canto, saper aiutare con saggezza ed intelligenza. Provvedere sempre ed indiscriminatamente potrebbe diseducare, creare dipendenza e frustrare operosità e spirito di iniziativa, diventando un danno più che un vero aiuto. Non dovremmo solo dare denaro, cibo e vestiario, ma essere coinvolti personalmente: il che potrebbe costarci di più!

Cristo parla di coloro che danno una mano agli altri come di “giusti” (Matteo 25:37) perché è solo coloro che sono “a posto” con Dio, che in Cristo sono stati resi giusti, che sono misericordiosi verso gli altri. Giusizia e misericordia vanno insieme.

Peccato non è solo fare ciò che Dio ritiene sbagliato, ma non fare ciò che Dio ritiene giusto, il peccato di omissione. Notate come coloro che, nella parabola, vengono banditi ed esiliati dalla presenza del Re sono giudicati per quel che non hanno fatto. Possiamo infatti essere condannati non semplicemente per ciò che di male abbiamo commesso, ma per il bene che abbiamo mancato di fare. Non fasciare le ferite di chi è ferito e maltrattato, ma passare dall’altra parte della strada facendo finta di non averlo visto; non avere olio pronto per la lampada; non fare uso dei talenti e doni che abbiamo ricevuto, anche questo implica condanna e degrada l’anima al livello del diavolo e dei suoi angeli.

Chiediamo la grazia dello Spirito santo di poter seguire diligentemente le orme del nostro Signore Gesù che: “è andato attorno facendo del bene, e guarendo tutti coloro che erano sotto il dominio del diavolo, perché Iddio era con lui” (Atti 10:38) e intervenendo per alleviare le sofferenze e sanare tutti coloro che erano malati e bisognosi. È come se il grande debito di riconoscenza che abbiamo verso di Lui noi lo potessimo pagare attraverso i poveri ed i bisognosi. In qualche modo è così ed Egli lo accoglie come tale.

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