Memento mori!…..ALIAS: Ricordati che devi morire!

“…un uomo ricco…disse:…demolirò i miei granai, ne costruirò altri più grandi, vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all’anima mia: ‘Anima, tu hai molti beni ammassati per molti anni; riposati, mangia, bevi, divertiti”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, di chi sarà?” (Luca 12:16-20)

Memento mori! (letteralmente: Ricordati che devi morire) è una nota espressione latina che trae origine da un particolare usanza tipica dell’antica Roma.

Infatti, quando un generale rientrava nella città dopo un trionfo bellico e sfilando nelle strade raccoglieva gli onori che gli venivano tributati dalla folla, correva il rischio di essere sopraffatto dalla superbia e dalle smanie di grandezza. Per evitare che ciò accadesse, un servo dei più umili veniva incaricato di ricordare all’autore dell’impresa la sua natura umana e lo faceva pronunciando questa frase: “Memento mori!” (Ricordati che devi morire!

Vorrei citare inoltre, ma SOLO A TITOLO DI ESEMPIO (giusto per evitare a qualche eventuale sciagurato di incolparmi di ecumenismo) che questo era anche il “beneaugurate” saluto che si scambiavano un tempo gli appartenenti all’Ordine di stretta clausura dei Frati Trappisti fondato nel 1664. Essi adottarono questa frase come motto. I monaci di quest’ordine si ripetevano tra loro continuamente la frase, e si scavavano, un poco ogni giorno, la fossa destinata ad accoglierli, con lo scopo di tenere sempre presente l’idea della morte e quindi il senso della vita, destinata a finire.

Ma torniamo a noi! Il ricco della nostra parabola aveva progetti come se non dovesse mai morire e che la tomba non lo attendeva.

Lo so che in genere, l’argomento della morte non è piacevole, ma in realtà, almeno per i nati di nuovo, se il Signore tarda la Sua Venuta, tutti noi dobbiamo morire! Quindi, tutti gli uomini hanno un appuntamento con la morte.

Alla luce di questa verità, non dobbiamo pianificare progetti soltanto per questa vita, ma anche per quella che seguirà!

Il ricco bellimbusto, programma progetti per la sua lunga vita, pur avendo, in effetti, meno di un giorno di vita!

Forse, il pranzo di oggi, potrebbe essere l’ultimo pasto che condivideremo con la nostra famiglia. Insomma, non abbiamo la garanzia di un altro giorno di vita. Sappiamo che dobbiamo morire, pur non sapendo quando.

Dunque, perché questa realtà? Il motivo è semplice: Portare l’uomo perduto a non dire: “Domani mi convertirò!” e, ne tantomeno al credente di affermare: “Domani condividerò l’Evangelo con i mie cari!”

L’uomo ricco della parabola ha scommesso su un futuro che non aveva!

Anche tu che leggi hai dei programmi come se dovessi vivere per sempre e mai affrontare la fredda mano della morte?

Caro Amico, se questa riflessione riflette la tua vita; deciditi ora! Poni fine ai tuoi peccati, ravvediti e convertiti a Gesù Cristo!

Possa questa considerazione essere anche un monito per la chiesa, facendoci immediatamente adoperare ad annunciare l’Evangelo della Grazia a tutti i perduti!

Non altro! SE DIO VUOLE, ci vediamo domani! Nel frattempo, ricordiamoci: “Memento mori!”

Pace

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