Il Pentimento e il Perdono

Nella cultura ebraica ci sono due interessanti festività: quella del Rosh haShanah(capo dell’anno, capodanno, uno dei tre previsti dal calendario ebraico) e, dopo dieci giorni (i 10 giorni penitenziali), quella dello Yom Kippur (giorno dell’espiazione).

 

Il Rosh ha Shanah viene individuato nel libro del Levitico al capitolo 23, definito come “il giorno del suono dello Shofar”, per risvegliare il popolo dal torpore e ricordare che si avvicina il giorno del giudizio; la festa intende celebrare la creazione del genere umano (è iniziato l’anno 5774 secondo il calendario ebraico).

 Lo Yom Kippur, descritto nel libro del Levitico al capitolo 16 (ma anche nei libri di Esodo e Numeri), viene considerato come il giorno ebraico più santo e solenne dell’anno. I temi centrali sono quelli della riconciliazione, dell’espiazione e del perdono dei peccati. A margine, è interessante notare che Israele è l’unico Paese al mondo nel quale la più solenne festa nazionale non ricordi qualche vittoria o qualche eroe ma riguardi il pentimento e la ricerca di perdono.

“Yom” significa “giorno”.  “Kippur” significa “espiazione”, e proviene dalla radice “kaphar”, che letteralmente significa “coprirsi”, o “nascondere”;  richiama l’idea che nella cerimonia di espiazione la vita dell’animale veniva scambiata con i peccati del popolo, peccati che in questo modo venivano “coperti”.  L’espiazione avveniva tramite spargimento di sangue dell’animale sacrificato (Levitico capitolo 17), per mostrare l’orrore del peccato; ma era necessario per l’osservante -oltre al rito- che, la compassione, il pentimento e la richiesta di perdono fossero (e devono essere tuttora) sinceri e autentici, poiché Dio ha sempre guardato al cuore.

Come credenti in Cristo, nel Nuovo Testamento troviamo una bellissima spiegazione data da un ebreo che conosceva profondamente le cose dell’Antico Testamento, e che guidato dallo Spirito Santo disse (e ancora oggi dice anche a noi):

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato l’universo. Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi” (Lettera agli Ebrei 1:1-3).

 “Perciò, egli [Gesù] doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele Sommo Sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo” (Lettera agli Ebrei 2:17).

 “Ma venuto Cristo, Sommo Sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso il tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto con mano, vale a dire, non di questa creazione, e non mediante il sangue di becchi e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, è entrato una volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna. Perché, se il sangue di becchi e di tori e la cenere d’una giovenca sparsa su quelli che son contaminati santificano in modo da dar la purità della carne,quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno ha offerto se stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire all’Iddio vivente?” (Lettera agli Ebrei 9:11-14).

 Gesù non solo ha coperto, ma ha tolto il peccato per mezzo del Suo sangue. Per quanti sperimentano il vero pentimento per il proprio peccato, e credono nel nome di Gesù Cristo per avere il perdono, è ora pronto il dono, il regalo, la promessa della vita eterna.

Dio ti benedica.

.adiroma.it

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