L’UMILTÀ : UNA DOTE RARA DA TROVARE OGGIGIORNO…
“Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io” Giov 13:14-15
Nessuno può negare che il Cristianesimo ha influenzato positivamente il mondo, ma non si può nemmeno negare che il mondo ha influenzato grandemente il corso del Cristianesimo.
La Chiesa è stata penetrata da ideali completamente contrari al Vangelo.
I concetti Romani di potere e governo, in contrasto con la vita e l’insegnamento di Gesù, hanno corrotto sia l’organizzazione, che la vita della Chiesa del Signore. Il Cristianesimo si è degenerato in una religione gerarchica, affamata di potere. Dopo che l’imperatore Constatino ha innalzato nel 312 il Cristianesimo come religione di Stato, coloro che una volta furono perseguitati per la loro fede divennero persecutori di tutti coloro che avevano una opinione differente. Sorse una casta sacerdotale avida di potere ed autorità.
Anche gli imperatori Romani avevano una mano nella guida della chiesa di Dio.
Quasi tutto ciò che Gesù Cristo aveva insegnato e vissuto è stato distorto. Si persero i principi di umiltà e di servizio, che sono il cuore dell’insegnamento di Cristo.
Sfortunatamente, come molti dei Cristiano di allora, anche noi siamo lenti a capire l’importanza di queste virtù grandi per la vita e la struttura della chiesa. Facilmente concetti mondani di potere, di successo e di prominenza vengono conservati e sono duri da estirpare anche fra i veri credenti.
Gesù denunciò l’orribile orgoglio, l’egoismo e l’ipocrisia dei conduttori dei Suoi giorni (Matteo 23:1-12).
Gli Scribi e Farisei si separarono e si esaltarono al di sopra del popolo; erano avidi di titoli, di vestiti speciali, di un trattamento particolare, dei primi posti fra loro stessi, amavano di essere considerati dal pubblico e essere salutati con onorificenze.
Gesù proibì ai Suoi discepoli di usare titoli onorifici; di farsi chiamare Rabbi, padre o maestro o di elevarsi in qualsiasi maniera. Ciò usurperebbe il posto che spetta a Cristo o al Padre sopra ogni credente.
In contrasto ai conduttori vanagloriosi del suo tempo Gesù disse ai Suo discepoli e a noi:
“Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre” (Mt 11:29).
Purtroppo anche nei discepoli di Gesù, come in tutti noi, c’era la tendenza di voler primeggiare. La rivalità fra i discepoli era una costante spina nei fianchi di Gesù.
1° Esempio
Marco (9:33-35) ci ricorda: “Giunsero a Capernaum; quando fu in casa, [Gesù] domandò loro: «Di che discorrevate per strada?» Essi tacevano, perché per via avevano discusso tra di loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i dodici e disse loro: «Se qualcuno vuol essere il primo, sarà l’ultimo di tutti e il servitore di tutti»”.
Certo l’affermazione di Gesù: «Se qualcuno vuol essere il primo, sarà l’ultimo di tutti e il servitore di tutti» è paradossale per noi. L’insegnamento di Gesù è in completo contrasto con il nostro egoismo.
Abbiamo bisogno d’una trasformazione dei nostri pensieri. Dobbiamo imparare a comprendere quale è la vera grandezza. Gesù dichiara che la vera grandezza non si ottiene lottando per la preminenza sopra gli altri o essendo avidi di potere, ma tramite una attitudine umile di servizio nei confronti di tutti.
Egli ci insegna di servire, di curarci genuinamente e generosamente del benessere, degli interessi degli altri. Questo atteggiamento modesto, umile, senza pretese, rifletterebbe la nostra posizione come credenti sotto l’autorità del maestro, che ci chiama al sacrificio d’amore per la crescita e il bene degli altri.
2° Esempio
Matteo ci narra che la madre di Giacomo e Giovanni chiese, in uno slancio di egoistica ambizione, a Gesù di dare ai suoi figli i primi posti nel Suo regno (Mt 20:20-28). Ella disse: «Di’ (ND ordina) che questi miei due figli siedano l’uno alla tua destra e l’altro alla tua sinistra, nel tuo regno».
Forse siamo indignati, come i dieci apostoli, di questo grossolano egoismo (v. 24). Ma perché erano indignati? Perché nel profondo del cuore desideravano anche loro quei posti.
Non vogliamo anche noi i posti migliori, salire la scala dei successi, essere considerati?
Con la Sua risposta Gesù riprese l’insegnamento sulla vera grandezza nel regno di Dio. Egli disse:
Voi sapete che i prìncipi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi le sottomettono al loro dominio. Ma non è così tra di voi: anzi, chiunque vorrà essere (ND diventare) grande tra di voi, sarà vostro servitore; e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo (ND schiavo) (v. 25-27);
I principi di successo di Gesù sono molto differenti da quelli del mondo senza Dio.
È veramente doloroso quando cristiani lottano per essere considerati invece d’essere umile come il loro Salvatore. Se si rendessero conto che così facendo perdono la loro ricompensa e la lode da parte di Dio nell’era che viene, smetterebbero subito.
Purtroppo la competizione fra gli apostoli si perpetua nella Chiesa, perché la nostra natura corrotta è incline all’egoismo. Paolo dovette scrivere alla chiesa di Corinto: “Fratelli, io non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a carnali, come a bambini in Cristo. Vi ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali. Infatti, dato che ci sono tra di voi gelosie e contese, non siete forse carnali e non vi comportate come qualsiasi uomo? Quando uno dice: «Io sono di Paolo»; e un altro: «Io sono d’Apollo»; non siete forse uomini carnali? …. . (1° Co 3:1-15)
La competizione fra Cristiani è un cancro.
L’insistenza di Gesù nell’insegnamento sull’umiltà ci insegna almeno 4 verità
1. Dio odia l’orgoglio
2. Il regno dei cieli appartiene agli umili
3. I discepoli di Gesù devono assomigliare al loro Maestro
4. È tanto difficile per noi comprendere il valore dell’umiltà
1° Dio odia l’orgoglio
Salomone ci dice: “Chi ha un cuore superbo è in abominio al SIGNORE” (Prov 16:5).
Nella lista dei 7 peccati che Dio odia in modo particolare, la superbia sta al primo posto: “gli occhi alteri” (Prov. 6:16-19).
Giacomo ci ricorda: la Scrittura dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili» (Gc 4:6).
Dio diede a Paolo una spina nella carne, perché non avessi a insuperbire per l’eccellenza delle rivelazioni (2. Co 12:7).
L’orgoglio ci seduce a pensare che serviamo Dio, mentre in realtà serviamo noi stessi.
2° Il regno dei cieli appartiene agli umili
Gesù disse: “Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli” Mt 5:3.
Che cosa significa essere poveri nello spirito?
Vuol dire:
riconoscere la nostra totale povertà senza Dio,
riconoscere la nostra totale dipendenza da Lui,
riconoscere la nostra indegnità e perdizione di fronte a un Dio infinito e tre volte santo;
assomigliare al pubblicano, che “non osava … alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!” (Lc 18:13)
non essere orgogliosi, auto sufficienti e auto soddisfatti;
Davide, dopo essere stato ripreso da Natan, dimostrò l’attitudine d’essere povero in spirito dicendo (Sl 51:17): “Sacrificio gradito a Dio è uno spirito afflitto; tu, Dio, non disprezzi un cuore abbattuto e umiliato” (ND: “rotto e contrito).
3° I discepoli di Gesù devono assomigliare al loro Maestro
Gesù era “mansueto e umile di cuore”.
L’umiltà e il servizio devono caratterizzare la comunità cristiana e la sua conduzione. Essi sono essenziali per la vita e la conduzione della chiesa e sono il cuore dell’insegnamento di Cristo. L’umiltà e il servizio sono qualità vitali, perché esprimono il carattere del figlio di Dio.
Gesù illustrò il Suo ruolo come umile servo lavando i piedi ai Suoi discepoli. In seguito lui disse: “Se dunque io, che sono il Signore e il Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Infatti vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come vi ho fatto io” Giov 13:14-15
Solo quando impariamo a lavarci i piedi gli uni gli altri, cioè vestirci d’umiltà, saremo capaci a vivere insieme in pace e unità. Fintanto che non l’abbiamo imparato non comprendiamo che cosa è una Comunità cristiana.
Dio ci esorta tramite l’apostolo Paolo ad incarnare il carattere del Suo figlio:”Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale … spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; … umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce (Fi 2:3-8).
4° È tanto difficile comprendere il valore dell’umiltà
Il Signore doveva insistere nel Suo insegnamento su questo tema, perché i Suoi discepoli non riuscirono a afferrare quello che stava loro insegnando.
Sfortunatamente siamo lenti a capire l’importanza di queste virtù. Molti cristiani sono caratterizzati da uno spirito indipendente. I concetti mondani di potere, di successo e di prominenza vengono facilmente conservati e sono duri da estirpare anche fra i veri credenti.
La superbia e l’egoismo tentano continuamente a dominare il cuore umano.
Quante lotte, sentimenti feriti, gelosie avvelenano i rapporti umani, perché non siamo umili di cuore e servitori.
Possiamo parlare di umiltà e di servizio anche quando i nostri pensieri e il nostro comportamento sono dominati dall’orgoglio e dall’egoismo.
L’umiltà non cade come un fulmine dal cielo ma è da procacciare.
Cosa dobbiamo fare?
pregare costantemente d’essere animati dall’umiltà;
sottomettere i nostri pensieri e le nostre vite alla volontà di Dio, come rivelata nella Sua parola;
riconoscere che siamo dipendenti dal nostro Padre celeste, come piccoli bambini;
imparare che ogni cosa che possediamo viene da Lui;
non essere gelosi di altri che sono più capaci o prominenti di noi, ma usare i talenti e le facoltà che Dio ci ha dati per glorificare Lui servendo il prossimo;
accettare felicemente le situazioni e i problemi che Dio permette nelle nostre vite in maniera che Egli possa liberarci dal nostro orgoglio e egoismo.
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